Nelle ultime ore ha fatto molto scalpore il caso di un padre statunitense che ha ritirato il figlio da scuola per farlo diventare un campione di “Fortnite”.
Un fenomeno che, negli ultimi anni, ha visto tanti giovani appassionati di videogames abbandonare il liceo per dedicarsi totalmente ai videogiochi, fino a trasformare una semplice passione in un vero e proprio lavoro. Su consiglio del padre David, il figlio Jordan ha abbandonato gli studi per avere maggiore tempo da dedicare a “Fortnite”, che fino ad ora gli ha permesso di vincere 60mila dollari. Il padre afferma di aver allevato il figlio per questo: il figlio segue infatti un rigido programma di allenamento quotidiano al videogioco, preceduto da una fase di studio attraverso un portale online che consente al giovane di istruirsi in modo autonomo.
Il padre ha deciso di far dedicare il figlio esclusivamente al videogioco, proibendogli addirittura di svolgere l’attività di tennis insieme alla madre, per paura che il figlio si possa infortunare e che quindi non possa giocare a “Fortnite”.
Le decisioni del padre hanno reso il figlio totalmente incapace a creare relazioni con gli altri, in quanto non ha modo di entrare in contatto con persone reali; inoltre, questo atteggiamento del padre crea e favorisce la dipendenza nel figlio, il quale vede “Fortnite” non solo come un gioco, ma anche come una risorsa economica.
Quando i genitori sostengono i figli in questa loro dipendenza, i rischi sono maggiori; servirebbe una maggiore consapevolezza e conoscenza da parte dei genitori sul fenomeno della dipendenza dai videogiochi, la quale è stata recentemente riconosciuta e classificata come una malattia. Negli ultimi anni, questo fenomeno sta infatti crescendo a dismisura, creando non pochi problemi nei giovani; attività di sensibilizzazione e prevenzione sarebbero utili per formare e informare i genitori, gli insegnanti e gli adolescenti, sui rischi che tale dipendenza può produrre.
(Ph. Craig F. Walker/Globe Staff)