La storia del gioco d’azzardo, per quanto possiamo credere sia moderna, in realtà, ha origini antichissime.
I primi cenni di tale attività risalgono al 3000-4000 a.C. e il termine azzardo deriva dall’arabo azzahr, che significa dado. Infatti, nelle antiche civiltà egizie, cinesi e indiane i dadi venivano utilizzati per scommettere sulle corse dei carri. Negli anni, il gioco d’azzardo ha ovviamente subito notevoli cambiamenti, che possiamo riscontrare dai dati sulla sua diffusione nelle attuali società moderne, dovuta da una presenza di luoghi adibiti al gioco molto elevata e dall’aumento dell’uso delle tecnologie: l’azzardo infatti si è arricchito di nuove forme di gioco, sempre più accessibili (telefono, computer, slot machine), veloci e solitarie.
Proprio perché il gioco ha assunto significati diversi nel tempo e nello spazio, anche a livello medico è stato ridefinito. Negli anni Ottanta, l’APA (American Psychiatric Association) definiva il gioco d’azzardo patologico (GAP) come un vero disturbo del controllo degli impulsi, dunque come una patologia psichiatrica.
Dal 2013, invece, il Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali lo ha classificato tra le dipendenze, poiché sono state riscontrare anomalie e analogie nell’integrità della materia bianca celebrale sia nei GAP che nei tossicodipendenti, specialmente nel corpo calloso e nel cingolo. Questo a dimostrare che vi è una connessione tra la dipendenza chimica e comportamentale; proprio per questo si hanno somiglianze nei processi decisionali e di valutazione dei rischi/benefici. Le aree del cervello coinvolte sono dunque le medesime, tra queste la corteccia frontale, l’insula e lo striato.
La classificazione attuale dei GAP può variare tra lieve, moderato e grave, in base ai criteri diagnostici presenti, alcuni tra questi sono:
- giocare quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata
- irritabilità e stress dovuto al gioco
- raccontare bugie
- mettere a repentaglio il lavoro, lo studio e le relazioni significative
- associare il gioco ai momenti di difficoltà.
Essendo un fenomeno sociale sempre più diffuso, specialmente dal 2008, anno di inizio della crisi economica mondiale, la soluzione per limitare la sua espansione nelle future generazione, è la prevenzione, partendo già dalle scuole secondarie di primo grado, poiché l’età in cui ci si avvicina al gioco è sempre più ridotta; i giocatori più giovani sono addirittura minorenni. L’Italia inoltre risulta essere il quarto paese al mondo, dopo Stati Uniti, Cina e Giappone nelle classifiche basate sulle perdite da gioco d’azzardo, con una spesa di 23,9 miliardi di dollari nel 2015, ma la prima a livello europeo.