Oggi, 3 giugno 2019, presso l’Istituto Tecnico “Da Vinci” di Pisa, si è svolta la presentazione del libro “E come il vento. L’infinito, lo strano bacio del poeta al mondo” di Davide Rondoni, organizzata dal Progetto Fair Play della Cooperativa Paim.
Il libro tratta il tema dell’Infinito rendendo omaggio alla poesia “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, di cui quest’anno ricorre il bicentenario. Durante l’incontro, Rondoni ha sollecitato gli studenti a ricercare il proprio talento, invitandoli a scoprirsi e a liberarsi dalle etichette che la società attribuisce ad ognuno di noi, limitando l’espressione della nostra reale identità. La poesia risulta quindi uno dei mezzi capace di stimolare le menti, anche dei più giovani, abituandoli a scrutare il mondo circostante senza farsi limitare dalle “giacche strette”, intese come le etichette che la società ci assegna e che spesso limitano la nostra possibilità di conoscere approfonditamente gli altri.
Ogni giorno, ciascuno di noi, ricerca l’esperienza dell’Infinito nonostante siamo consapevoli che tutto sia finito e tale ricerca nasce dalla necessità di esprimere il nostro Io più profondo “perché ognuno di noi è infinito”.
Uno degli studenti presenti questa mattina ha domandato a Rondoni come si potesse coniugare il concetto di Infinito con quello di Fair Play (gioco leale). Il poeta ha risposto facendo riferimento alla storia dell’avviatore italiano Francesco Baracca, spiegando che durante la Prima Guerra Mondiale, nonostante si trovasse in una situazione di conflitto armato, manifestava lealtà verso i suoi nemici offrendo loro, per esempio, dell’acqua al termine della battaglia. Rondoni ha posto questo esempio per spiegare agli studenti che non bisogna mai arrivare a disprezzare gli altri, proprio perché ognuno di noi possiede un valore unico e non monetario, ritrovabile nel nostro Infinito Io.
Anche il Progetto Fair Play si pone l’obiettivo di ascoltare e raccontare le storie e i vissuti delle persone incontrate durante tale percorso, accettandole e promuovendo la scoperta della reale identità di ognuno di noi, così da rimuovere le etichette sociali che stigmatizzano i soggetti, come accade quando parliamo di bulli o vittime; l’importante è dunque vedere quello che realmente esiste oltre la siepe.