Anticonformismo significa soprattutto essere se stessi. In un mondo dove tutto è omologato, conforme a uno stile di vita condiviso e alla moda, sono sempre di meno coloro che seguono la propria essenza, guardandosi dentro per scoprire i propri gusti e portarli alla luce; ed esprimendo così l’unicità che caratterizza ogni essere umano.
Non dobbiamo per forza adattarci alla società, ma possiamo chiedere alla società di adattarci a noi, esattamente per come siamo. Infatti, se è vero che bisogna assumere norme comportamentali etiche e rispettose dell’altro, quando si parla di ‘mode’, ‘miti’, ‘ideali’, si parla di qualcosa che ci riguarda nel profondo e che dovrebbe essere spontaneo e libero da condizionamenti. Certo alcuni condizionamenti avvengono in modo automatico ed inconscio e questa è in fondo l’anima della pubblicità e del web. Alcune cose ci piacciono e le facciamo nostre giustamente, tuttavia c’è una parte irrinunciabile di noi che vuole essere ascoltata e mostrarsi, anche quando non è in linea con il pensiero comune o con le modalità ‘normali’ di agire.
Normalità non è un concetto valoriale, non è una condizione da perseguire, ma caso mai da mettere continuamente in discussione, a vantaggio delle differenze, che rappresentano sempre una ricchezza. In un mondo di pecore non abbiate paura di essere lupi!
Ma soprattutto liberatevi dal pregiudizio che il lupo sia cattivo, non è sempre così. Spesso anzi dovremmo temere di più coloro che non si espongono, che non prendono una posizione, coloro che rimangono a guardare. Fare la cosa giusta non vuol dire fare quello che fanno tutti. Vuol dire invece imparare a prendere l’abitudine a riflettere sulle cose che accadono intorno a noi, valutarle secondo la nostra sensibilità e coscienza, per poi prendere decisioni in autonomia e agire di conseguenza, anche se talvolta è necessario assumere una posizione scomoda. Per esempio, all’interno di un gruppo, a scuola o sul lavoro, si possono verificare situazioni in cui qualcuno prevarica indebitamente un altro. Ebbene, se ci sembra che sia sbagliato, se ci sentiamo tristi per l’ingiustizia che si presenta davanti ai nostri occhi, non dobbiamo esimerci dall’intervenire, non possiamo restare inermi a guardare; per vedere nel mondo un cambiamento, bisogna sforzarsi di essere quel cambiamento, di essere quello che vorremmo vedere nel prossimo, perchè aiutarsi è il modo più bello di condividere la realtà.
E non occorre fare cose incredibili per essere persone eccezionali, per sentirsi anticonformisti ed elevarsi rispetto alla mediocrità del pensiero omologato; non serve cercare di attirare l’attenzione con frasi ad effetto o chissà quale look! Per distinguersi dalla massa ed essere apprezzati spesso basta essere semplicemente se stessi, avere il coraggio delle idee e dire quello che non ci piace, al fine di ragionare insieme agli altri e risolvere situazioni difficili, in cui si può essere in disaccordo, ma sempre consapevoli e disponibili a parlarne. Il gruppo spesso esiste in funzione di un capo, che detta regole e verso il quale i suoi componenti si adeguano e si conformano; spesso un gruppo appare coeso, ma ciò non vuol dire che sia sano, anzi spesso ciò accade quando le persone smettono di pensare con la propria testa.
Esprimere la propria opinione, dissentire, usare sempre le proprie capacità critiche di ragionamento sono caratteristiche sane ed auspicabili che dovremmo desiderare di vedere nei nostri amici. Ogni momento della nostra vita sociale può essere un’occasione di crescita interiore, l’umiltà e la determinazione fanno di ognuno di noi un elemento prezioso all’interno di un gruppo: le idee, la creatività, le diversità producono ogni giorno piccoli cambiamenti che possono portare a grandi imprese, per questo non rinunciamo mai a dare il nostro contributo in termini di pensiero e di azione.