L’intervento di Emma Castè ha rappresentato un momento caratterizzante del Convegno, il quale prende il nome dalla precedente edizione svoltasi a Torano della quale Emma Castè si è fatta creatrice e promotrice.
Torano è un paese ricco di storia artistica della provincia di Massa Carrara, località che ospita peraltro l’installazione fissa denominata “Quel che resta”, in ricordo delle donne vittime di violenza e che si compone da una vetrina di scarpe rosse ed un paio di scarpe bianche, appartenute ad una giovane donna uccisa nella zona, di creazione di Emma Castè.
Alle Officine Garibaldi è stata invece installata la mostra mobile che aveva già avuto luogo a Torano nella stessa occasione e che si intitola “What were you wearing?” (Com’eri vestita?), idea promossa da un’università Americana nel 2013 e portata in Italia per sensibilizzare che opzione pubblica contro la violenza sulle donne come emblema della rievocazione del trauma: quando si entra in contatto con questi vestiti si ha dapprima l’impressione di osservare oggetti qualunque decontestualizzati, quasi come fossero lì per sbaglio. Ma avvicinandosi è possibile leggere la storia che li accompagna. Il dolore, la mostruosa semplicità di quel che è successo, i gesti quotidiani che raccontano, colpiscono improvvisamente allo stomaco. Si è di fronte a qualcosa di sacro, una testimonianza che non si può dimenticare.
Non è la donna che istiga l’aggressione dell’uomo, non c’è un meccanismo che si ripete sempre uguale, quasi non c’è nulla di speciale. Tutto questo avviene nella quotidianità ed è terrificante. Grazie ad Emma Castè per averci raccontato la sua storia, per averci emozionato e per averci dato la possibilità di adottare la sua idea di “RispettiAMOci” ma anche di modificarla.