Harry Potter, rappresentante del genere fantasy amato da bambini ragazzi e adulti di molte generazioni.
Analizziamo la storia: si tratta di un mondo magico dove la maggior parte di noi da bambini ha sognato di scappare, lontano dalle preoccupazioni.
Tuttavia ci sono alcune tematiche che l’autrice affronta avvicinandosi alla realtà: il bullismo è una di queste, tanto reale a Hogwarts quanto può essere nella realtà di tutti i giorni.
L’umiliazione subita da alcuni ragazzi può diventare talmente difficile da voler rimanere nascosti sotto un mantello dell’invisibilità per sempre, questo accomuna i personaggi della saga a tanti ragazzi che ogni giorno nelle nostre scuole “combattono” per sopravvivere ai soprusi: Neville Paciock e Draco Malfoy sono i personaggi che incarnano il bullo e la vittima per eccellenza.
Draco viene presentato dall’autrice come un ragazzino benestante e dai modi aristocratici, ma con una pessima condotta. È attratto dalla magia oscura, viene smistato nella casata Serpeverde, eccelle nelle ambigue materie di Occlumanzia e la Legilimanzia.
A casa Malfoy funge tutto al contrario e la crescita di Draco viene influenzata in maniera negativa proprio dai suoi genitori: i Mangiamorte, Lucius e Narcissa. La loro, nei confronti del figlio, è un’influenza negativa: soddisfano i suoi capricci e lo indirizzano a umiliare i compagni usando superbia, arroganza e vigliaccheria, senza educarlo al rispetto e all’accettazione delle diversità.
Per chi ha seguito la storia non possiamo non ricordare l’episodio in cui Neville viene intrappolato da Draco nella maledizione delle pastoie: «In quel preciso istante, Neville piombò nella sala comune. Non si capiva come avesse fatto a passare dal buco dietro il ritratto, perché aveva le gambe bloccate insieme da quella che riconobbero immediatamente come la Maledizione delle Pastoie: probabilmente aveva fatto tutta la strada fino alla Torre di Grifondoro a balzelloni, come un coniglio» Siamo di fronte ad una situazione dove il personaggio compie un errore: non vuole raccontare all’insegnante quanto è accaduto, seppur i suoi amici lo spingono a farlo: la paura che Draco possa fargli del male di nuovo è troppo grande. Lui non si rende conto che il silenzio non serve, ma rivolgersi ad un adulto può essere fondamentale per risolvere il suo problema. Harry Potter però risulta essere un forte sostegno per l’amico visto che con parole di sostegno incita Neville a tenere la testa alta e a guardare Malfoy dritto in viso facendogli vedere quanto vale e quanto la diversità possa essere un punto di forza.
Negli ultimi libri la figura del bullo appare sempre più incerta, quasi sul punto di “pentirsi”, forse dopo aver capito che in fondo dal dolore causato nessuno aveva tratto benefici: suo padre continua a non dargli amore - cosa che probabilmente lui aveva sperato - ma solo comandi.
In una delle scene più importanti Draco nel compiere nuovamente un’azione negativa, vacilla, quasi pronto a pentirsi di ciò che ha fatto, ha negli occhi il timore di ciò che succederà: Silente è morto e il grande castello di magia sta perdendo la sua potenza.
Ci sono milioni di Draco Malfoy, ma tutti ugualmente sinceri nel far fronte alle proprie debolezze. Come lui, anche noi siamo forti e decisi nel nostro ambiente naturale, sicuri delle nostre convinzioni, orgogliosi e fieri delle nostre azioni, ma proprio come Draco, anche noi siamo fallibili in quanto umani.
Esseri umani e non eroi, perché avere paura ed essere un po’ vigliacchi, a volte, non è sinonimo di cattiveria, ma solo di normalità e magari, anche di una conseguenza di innumerevoli sbagli.