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I forgot my phone

Un breve video che ha raggiunto in poco tempo migliaia di visualizzazioni.

Pochi secondi che raccontano l’impatto dello smartphone sulla vita di molti di noi. Gli attimi di silenzio imbarazzante ti terrorizzano? Niente paura! Puoi collegarti con il mondo: basta un click. (qui il video)

forgot phone

Ma la cosiddetta “nomofobia” ovvero la paura di rimanere da soli, inizia ad incombere molto prima di quando ci troviamo nei contesti sociali mostrati nel video. Vi è mai capitato di dimenticare lo smartphone a casa? Immagino raramente.

La mattina ci svegliamo, ci laviamo, facciamo colazione in fretta e ci accingiamo ad iniziare una nuova giornata. Con un piede oltre la porta d’ingresso pensiamo: “Le chiavi le ho prese? E il cellulare?” e se ci accorgiamo di averlo lasciato sul tavolo della cucina, il nostro respiro per un attimo si blocca ed il cuore inizia a battere più forte: “Oh Dio! Cosa stavo per fare!”

Ebbene sì: il nostro smartphone è talmente “Smart” da aver acquisito la stessa importanza delle chiavi di casa. Se dimenticano le chiavi non riesco a rientrare nel luogo in cui, solitamente, mi rilasso e mi sento protetto, dimenticando il cellulare non posso accedere al porto sicuro che è l’Internet.

Basta avere una connessione che ci si presenta una fruibile fonte di rumore per coprire i silenzi imbarazzanti o per aiutare a sfogare la frustrazione di un momento di noia. La noia sembra essere diventata il nemico giurato del nostro millennio. Quando pensiamo alla noia spesso la coloriamo coi toni di un’accezione negativa.

È normale annoiarsi, anche in compagnia di amici o del proprio partner. Online, invece, non ci si annoia mai. Sia direttamente che indirettamente con noi “comunica” un sacco di gente, facendoci sentire parte integrante di un qualcosa. Forse è meglio condividere i nostri momenti migliori con una rete sociale virtuale che sappiamo esistere, esserci sempre. Iniziamo a esserle riconoscenti e a curare questa rete.

Le reti sociali nella vita non virtuale probabilmente sono più faticose: vivere l’attimo, dire la cosa giusta al momento giusto, risultare simpatici, brillanti, affascinanti in tempo reale costa energia. Non abbiamo il tempo necessario per tarare le parole ed i comportamenti, la spontaneità è un arma a doppio taglio: possiamo risultare noiosi o non piacevoli e può succedere per questo di sentirsi frustrati. La frustrazione è da condannare in un mondo in cui il modello predominante è la ricerca della felicità non come emozione fugace ma come stato.

Allora lo smartphone è la nostra seconda casa, un’oasi felice.

Eppure quando da bambini cadevamo dalla bicicletta venivano i nostri cari a soccorrerci. Quella volta in cui un 5 a matematica ci tolse il sorriso, fu un amico a riportarlo sul nostro volto. Quando litigavamo con il nostro partner il dolce sapore delle lacrime veniva presto rimpiazzato dal sapore squisito del gelato preso con la mamma: a renderlo tale non era il gusto scelto ma le parole comprensive e aperte con il quale veniva condito.

I mezzi di comunicazione contemporanei sono utili, non a caso lo stesso video che ha dato il titolo a questa riflessione è stato guardato da uno smartphone. Sono utili ad informarci, a rimanere in contatto con i nostri cari o semplicemente a sentirci gratificati da qualche like ad una nostra foto al mare. Non è sbagliato usarli ma sarebbe uno spreco enorme limitare a questi la nostra comunicazione.

Perciò non è necessario dimenticarci del nostro cellulare ma è arricchente ricordarsi che il mondo è anche sorrisi, pianti, momenti che non si ripetono, occasioni da prendere al volo per cui vale la pena concentrare tutta la nostra attenzione, viverli realmente.