Madeline Stuart è una ragazza di 18 anni che ha uno scopo nella sua vita: diventare una modella. La sua determinazione è tale che niente e nessuno riuscirà a fermarla.
Il suo obiettivo? Questa è una storia che ci può aiutare a ridefinire lo standard di bellezza imposto dalla società. Madeline è affetta dalla sindrome di down, ma questo non le importa, non ha paura di mostrarsi per quello che è, ha imparato e le è stato insegnato che si può riuscire a realizzare se stessi in ogni caso, basta volerlo.
Dal racconto emerge una speranza nel cambiamento per rendere migliore il mondo in cui viviamo. Cominciamo a pensare che anche chi è affetto da disabilità è portatore di propri valori e può essere celebrato per il suo talento. Quando da due genitori nasce un figlio affetto da trisomia 21 allora si parla spesso di disgrazia e si tratta il nascituro come qualcuno di diverso da tutti gli altri bambini; ebbene sì! Lui o è lei è diverso, ma per una ragione, perché è una persona unica, con i suoi pregi e i suoi difetti, con una propria umanità, proprie emozioni e personalità, così come lo sono coloro che nascono “sani”.
Per raggiungere il suo sogno, Madeline ha perso 20 kg, ritrovando il suo peso forma grazie a una dieta equilibrata e allo sport. La ragazza è sostenuta dalla madre che le infonde uno spirito positivo e da quando è una bambina lotta contro il bigottismo e contro tutte quelle persone che pensano che chi soffre di questa malattia non possa sviluppare le proprie potenzialità.
Non importa avere un cromosoma in più o uno in meno, non importano gli occhi a mandorla o più rotondi, questi sono dettagli che non devono servire per denigrare, bensì per valorizzare.
L’educazione inclusiva è un diritto umano, è ora di rimuovere le barriere.