C’era una volta una ragazzina, Dalila, quattordici anni.
A scuola veniva presa di mira a causa del suo peso, ma questo non sembrava scalfire né il suo sorriso, né il suo stato d’animo.
Dalila sapeva bene che quello che le accadeva a scuola non poteva mai essere paragonato a quello che viveva in casa, e quindi le ore passate a scuola erano considerate uno svago, ma quando doveva tornare a casa le veniva un nodo in gola.
Suo padre? Un alcolizzato, un padre padrone.
La riempiva di botte, senza particolari motivazioni, peraltro. Nessuno vedeva quanto ci soffrisse, nascondeva il suo dolore dietro a un sorriso o dietro una risata, ma in realtà soffriva in silenzio.
Alla fine Dalila l’ha lasciata quella casa, si è liberata dal suo aguzzino.
Un uomo che prende a botte una donna non è degno di essere chiamato tale. Le donne sono come le rose, non vanno calpestate ma coltivate.
No alla violenza sulle donne!