Bisogna investire sui bambini che rappresentano il futuro per promuovere un progetto di educazione alla riflessione.
La violenza è un argomento delicato e sensibile e più che mai in un momento di crescita è necessario portare i ragazzi a capire quali siano gli strumenti per combatterla.
Le vittime ancora oggi spesso per paura non rendono pubblico ciò che le colpisce. Tuttavia il primo passo è proprio il considerare il problema come una questione di cui si deve far carico la collettività, come un piaga culturale e sociale che sta dilagando nel nostro tempo.
Serve formare i futuri adulti all’ascolto, alla prevenzione e al dibattito, per fare in modo che non ci sia più silenzio, ma tante voci che non si tirano indietro per denunciare, per combattere e per lottare.
Gli stereotipi si fanno strada ogni giorno, sono nascosti, e si propagano anche nei più piccoli se non si insegna loro il rispetto per l’altro e la parità.
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“Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.
La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.
Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.”
(Èlie Wiesel)