In questi mesi la Psicologa e le operatrici del Progetto hanno ascoltato tante storie non solo di disagio e sofferenza, ma anche di testimonianze di coraggio, amicizia, desiderio di libertà.
Un giorno a fine attività una ragazza con sguardo fiero e deciso disse: “Per me la cosa più importante è avere sempre il coraggio di essere me stessa, senza vergogna e soprattutto senza paura”.
Ma essere se stessi non è facile.
Soprattutto perché siamo stati abituati fin da piccoli a seguire dei canoni precisi: comportarci in un certo modo, rispondere in una determinata maniera, mostrarsi sempre accondiscendenti anche quando non si è d’accordo con qualcuno, camuffare i nostri difetti per piacere di più agli altri.
Poi lo sguardo della ragazza cambia e si accende una scintilla negli occhi e racconta di un libro: “è un libro molto interessante che tutte le ragazze, tutte le donne dovrebbero leggere perché racconta dei pregiudizi a cui fin da bambine siamo sottoposte. La paura di essere giudicate, di essere stigmatizzate inevitabilmente ci cambia e si finisce per non essere più se stesse”.
“Il viaggio della strega bambina” di Celia Rees racconta di un viaggio indietro nel tempo e precisamente al tempo della Caccia alle streghe nel 1600, quando in Inghilterra aveva ripreso vigore il movimento contro tutti quelli, specialmente donne, che in un qualche modo venivano (nella maggior parte dei casi in modo sommario e ingiusto) accusati di stregoneria.
Proprio dalla Gran Bretagna ha inizio questa storia che narra, in forma di diario, le vicende di una ragazza che, rimasta praticamente orfana, si ritrova costretta a partire per il nuovo continente alla ricerca di una nuova vita.
Si aggrega così a una comunità di puritani, ma presto scoprirà che non basta cambiare posto per cambiare modo di pensare e agire.
Come molti libri storici che trattano temi socio-culturali anche questo è un libro molto attuale, proprio il termine “caccia alle streghe” è diventato un modo per definire la paura isterica e pregiudizievole verso un nemico, percepito come tale.
La società in cui viviamo non aiuta a migliorare la situazione, essa ci impone dei modelli e dei canoni da seguire per essere reputati "normali".
Scoprire la propria unicità è questa la più grande opera d’arte che ci sia dato di realizzare: possiamo lavorare e applicarci a ogni campo, ma l’opera di cui siamo i grandi artisti, i veri maestri, è la nostra individualità, e per conseguirla dobbiamo raggiungere la nostra dimensione più profonda.
In conclusione ci piace ricordare una bellissima frase tratta dal Film “L’attimo Fuggente”: “Ci teniamo tutti ad essere accettati ma dovete credere che i vostri pensieri siano unici e vostri, anche se ad altri sembrano strani ed impopolari. Come ha detto Frost: Due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta, ed è per questo che sono diverso.”