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Educare alle emozioni

Quando parliamo di educazione emotiva è necessario innanzitutto avere bene presente alcuni termini, il loro significato e la loro corretta applicazione in questa pratica.
Insegnare una corretta educazione emotiva dovrebbe essere una prerogativa fondamentale in qualunque ruolo educativo; è importante far capire che la consapevolezza emotiva è sintomo di stabilità emotiva, essere stabili emotivamente permette di essere centrati sulla propria vita, sul presente e non avere un atteggiamento di ruminazione (insieme di pensieri ripetitivi, di solito a contenuto negativo, che riguardano eventi passati) o contrariamente progettati solo verso il futuro. E’ rilevante per ogni educatore conoscere cosa sia un emozione, quindi distinguerla dal sentimento; sappiamo che l’emozione è “una forma base del sentire”, parliamo di emozioni di base grazie allo studio condotto da Ekman e Friensen, secondo i quali esistono sei emozioni principali, innate, universali. In questo studio fu dimostrato che l’uomo possiede due principali circuiti nervosi per i muscoli facciali, uno volontario ed uno involontario; si è osservato che l’attivazione di alcune emozioni pone in atto i circuiti involontari ed è per questo che è difficile a volte negare un’emozione, è nato così lo studio delle micro-espressioni che solitamente sono, appunto, inconsapevoli e dell’importanza della comunicazione non verbale. Quando ci riferiamo al sentimento, invece, parliamo di un’emozione consapevole, cognitiva, che dura più a lungo di un emozione.
Siamo stati abituati in una società in cui fin da piccoli ci dicono che provare emozioni negative è sbagliato, pensate ad un bambino che un giorno diverrà uomo; ebbene se quel bambino in una situazione di disagio personale sperimenterà un’emozione negativa, magari accompagnata da una reazione fisiologica come il pianto è immediato il commento dell’adulto, che più o meno si rifà a questa linea “smetti di piangere, sei un uomo grande, non piangere perché gli uomini grandi non piangono”. Una banalità, sicuramente ma pensate a quel bambino che oggi è un’adolescente e sa di non poter piangere quando sperimenterà un sentimento negativo, perché gli è stato insegnato che “gli uomini grandi non piangono”, come affronterà il suo sentimento negativo?
In due modi o lo sopprime o lo esplicita in modo errato; questo non perché di base lui voglia realmente sopprimerlo o espletarlo in maniera sbagliata ma perché, come detto prima, è ciò che gli è stato insegnato. Nascondere le emozioni negative, questo era il consiglio.
Con queste frasi, che ogni giorno può capitare di dire a ciascun genitore, che in fondo si dicono così tanto per consolarlo, purtroppo producono l’effetto contrario.
Insegnare ai propri figli, nipoti, alunni o qualsivoglia figura essi rivestano l’educazione emotiva è essenziale per aiutarli ad essere consapevoli delle proprie emozioni, a canalizzarle nella giusta direzione e ad esserne padroni e non schiavi!
Vi aspettiamo il 18 novembre ore 18 al WEBINAR GRATUITO sull'educazione emotiva tenuto dal Dott. Alberto Pellai.