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Trasformazioni emotive e relazionali durante l’emergenza Covid-19

Il Progetto Fair Play, proposto da PAIM Cooperativa sociale in collaborazione con la Società della Salute zona pisana e finanziato dalla Regione Toscana ha condotto, durante il lockdown da Covid-19, un’indagine tra gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado con l’obiettivo di comprendere al meglio le emozioni, i pensieri e i cambiamenti che i ragazzi hanno vissuto nel periodo della quarantena e quali nuovi bisogni sono emersi.

In questo periodo di emergenza, i ragazzi si sono trovati costretti a rimanere in casa, senza la possibilità di potersi recare a scuola, principale luogo di apprendimento e socializzazione. Non hanno potuto incontrare amici, compagni di classe e professori, hanno dovuto svolgere le lezioni per via telematica. Hanno perso quel contatto, quel modo di relazionarsi dinamico che è fondamentale per la crescita sociale di ciascuno. Sono cambiati i rapporti interpersonali e le modalità di comunicazione, questo ha suscitato nei ragazzi dei sentimenti contrastanti: dalle emozioni negative associate all’isolamento, alle emozioni positive legate al tempo trascorso in famiglia e a quello dedicato alle attività che avrebbero sempre voluto fare.

dadIl questionario somministrato a 118 studenti è articolato su sette domande a risposta aperta che indagano le emozioni e gli importanti cambiamenti associati a questo periodo, per la raccolta e analisi dei dati è stato utilizzato un approccio qualitativo.

Il questionario con la prima domanda approfondisce l’area relativa alle emozioni e alle sensazioni associate alla quarantena; quelle che i ragazzi hanno riportato maggiormente sono la noia, la pigrizia, la rabbia, la tristezza, la paura e l’incertezza.

“Felice (perché sto passando le giornate con la mia famiglia, unita per la prima volta), mancanza dell'aria fresca e annoiata”-  scrive qualcuno.

Con la seconda domanda si è scelto di approfondire l’area relativa alle mancanze che hanno maggiormente avvertito in questo periodo di isolamento, ovviamente gli amici, lo sport, i parenti che non possono vedere, la scuola, la routine, le piccole cose come poter andare dal parrucchiere o andare in bicicletta. Ma anche la mancanza di un abbraccio, della natura e dell’aria fresca da inspirare senza mascherina.

Come si sono trasformati i rapporti con il gruppo classe? E con gli insegnanti?” a questa domanda si sono ottenute risposte contrastanti, in generale, sostengono che hanno dovuto imparare a comunicare in modo diverso, che non pochi sono stati i fraintendimenti dovuti alla situazione nuova che ha investito i ragazzi ma anche i professori. Molti riferiscono che con gli insegnanti si è venuto a creare un rapporto più confidenziale che permette una maggiore condivisione non solo delle esperienze prettamente didattiche ma anche di quelle relative a come stanno attraversando l’esperienza nuova ed unica dell’emergenza e della quarantena. In alcuni casi l’assenza fisica dei professori si è trasformata in una presenza preponderante nella vita dei ragazzi a livello morale e psicologico in altri casi invece l’assenza fisica ha ridotto il rapporto ad un semplice scambio di “compiti e lezioni” perdendo quasi totalmente l’aspetto umano e relazionale che è proprio del rapporto “alunno-insegnante”.

“Con la classe sono più o meno gli stessi, a volte faccio anche delle chiamate con qualcuno di loro mentre con gli insegnanti secondo me si sono rafforzati perché siamo in contatto con loro 24 ore su 24” - riporta un ragazzo/a.

Alla domanda “Come sono i rapporti con la tua famiglia in questo periodo?” alcuni pensano che siano migliorati, perché hanno più tempo per stare insieme e condividere attività che di solito non hanno modo di condividere, come ad esempio cucinare o giocare. Alcuni manifestano difficoltà nel mantenere i rapporti con il genitore con il quale non convivono a causa dell’impossibilità ad incontrarsi per via della quarantena. Altri invece, riferiscono che sono peggiorati a causa dello stress e dell’impossibilità di uscire da quell’ambiente, oltre che per piccoli litigi per motivi banali e discussioni riguardo la scuola.

“Non mi lamento, è normale che si possa creare un po' di stress e tensione in casa ma so che è solo perché è molto tempo che non usciamo regolarmente. Ovviamente passo più tempo con i miei genitori e a parte qualche discussione va tutto bene.” - dice qualcuno.

Quando ai ragazzi è stato chiesto cosa cambierebbero della loro vita prima dell’emergenza, in molti hanno riferito che avrebbero voluto passare più tempo con gli amici e con la famiglia, anche riducendo l’uso del telefono cellulare.

“Non sono mai stat* una persona che coglie l'attimo, che si butta, fa le cose come si sente. Ho sempre fatto tutte cose "monotone" senza prendere "rischi" o decisioni diverse e stravaganti. Adesso invece non farei altro che vivere al meglio i momenti, senza pensare troppo a tutti i problemi e essere più spensierat*. Avrei preferito fare più amicizia con la classe, ma sicuramente il prossimo anno andrà meglio, spero.”

La domanda “Cosa potrebbe cambiare dopo la fine di tale emergenza?” ha prodotto principalmente due tipi di risposta, una che si riferisce ai cambiamenti da apportare nei comportamenti personali, l’altro ai cambiamenti a cui potrebbe andare incontro la società e l’ambiente. Pensano che si potrebbero apprezzare maggiormente le piccole cose e le relazioni con amici e familiari. Altri temono che possano essere attuate troppe restrizioni ad esempio sulle uscite, le vacanze, i negozi o sulle manifestazioni; altri che avranno maggiori conoscenze informatiche. Qualcuno pensa che ci potrà essere maggiore solidarietà.

“Potrebbe cambiare la vita di tutti i giorni: usare guanti e mascherina, stare a distanza dalle persone, non poter andare in palestra o in vacanza.”

All’ultima domanda “Cosa ti rende felice?” i ragazzi hanno riportato varie attività, come leggere, scrivere, rilassarsi, ascoltare la musica, giocare ai videogames o fare sport, chattare, videochiamare, ammirare i paesaggi vicino a casa; altri hanno fatto riferimento agli affetti: sapere che le persone care sono in salute, sapere che qualcuno tiene a loro, l’amicizia, l’amore, sono felici di stare più tempo con i genitori che lavorano da casa, sono felici di rispettare le regole e di provare sempre a fare cose nuove, di migliorarsi. In diversi sono felici all’idea che un giorno tutto questo finirà e si potrà tornare alla normalità. Sono contenti per i piccoli gesti. La libertà li rende felici.

I ragazzi come specchio della società sono stati investiti da uno tsunami emozionale, questo ha dato vita a cambiamenti e trasformazioni nel modo di affrontare la vita di tutti i giorni ma anche nel ripensare a quanto fatto fino a quel momento, sicuramente rimangono da scoprire e indagare i retaggi lasciati da questo evento storico che ha colpito tutti.